In ricordo di Carla Moro: una professionista convinta e convincente, pioniera capace di raccogliere nuove sfide!

Carla Moro: una professionista convinta e convincente, pioniera capace di raccogliere nuove sfide!
Carla Moro, per tutti noi Carlina, ha concluso la sua carriera come Assistente Sociale Dirigente, presso il Comune di Novara, raggiungendo il traguardo di carriera non così comune tra i professionisti del sociale e del quale non mancava di sottolineare la ricchezza e il valore per la nostra professione.
Nel lontano luglio 1979 ha dato avvio al servizio che ora chiamiamo Ser.D., insieme ad un’Infermiera, 3 medici psichiatri, 2 Educatori Professionali, raccogliendo una sfida non alla portata di chiunque. Carla ha contribuito allo sviluppo del servizio nascente lavorando assiduamente in modo che le fila degli operatori potessero essere implementate; nel 1994, poco prima di compiere il salto verso la dirigenza, il servizio da lei diretto vedeva nel proprio organico: 2 Medici, 4 Assistenti Sociali, 4 Educatori Professionali, 3 psicologi, 3 Assistenti Sanitarie, 2 Infermieri e 1 Amministrativo…
Convinta fautrice di un Servizio Sociale aperto alle fragilità umane, ha sempre spinto gli operatori a guardare al di là delle apparenze, li ha sostenuti anche nei momenti critici legati al particolare periodo in cui i decessi per sieropositività erano numerosi; li ha spinti a cogliere ogni occasione che consentisse il potenziamento e lo sviluppo del servizio, anche immaginando proposte innovative.
Certamente a malincuore, ma nel contempo con entusiasmo, il salto verso la dirigenza l’ha costretta a lasciare la realtà del servizio per le tossicodipendenze per buttarsi in un’altra dimensione operativa: il Servizio Area Minori ed Handicap del Comune di Novara. Una nuova sfida che ha raccolto con lo stesso stile: l’attenzione alle persone nella loro dimensione di fragilità, la capacità di non perdere occasioni. Nei
riguardi degli operatori, che presentava sempre come propri collaboratori, è stata capace di riconoscere e valorizzare le singole potenzialità e di accoglierne le fragilità, perché gli operatori sono prima di tutto persone.
E questa attenzione e sensibilità è testimoniata anche dalla grande passione per la fotografia che l’ha spinta a ritrarre volti di persone, colti nei suoi numerosi viaggi per il mondo, dei quali metteva in luce l’essenza dell’essere umano.