Per la giornata internazionale delle persone con disabilità, pubblichiamo il contributo di una collega che ha proposto un contributo con un approfondimento sul tema ed ha quindi collaborato al Comunicato Stampa che abbiamo diffusa in questa giornata.
“Se voglio, posso?” Se sei una persona con disabilità, nella maggior parte dei casi, la risposta è NO, non per mancanza di volontà ma perché le barriere presenti nel contesto ambientale non permettono la partecipazione attiva alla società civile.
“Se vuoi puoi” è una frase motivazionale che si sente spesso anche nei social e, se da una parte è uno stimolo al raggiungimento dei propri obiettivi, dall’altro non tiene in considerazione la moltitudine di ostacoli che una persona con disabilità deve superare per ottenere ciò che desidera. I desideri di una persona con disabilità sono molteplici e anche semplici: avere l’assistenza necessaria per una vita autonoma e indipendente, avere un’occupazione (il tasso di disoccupazione delle persone con disabilità è più elevato rispetto a quello delle persone senza disabilità), potersi spostare liberamente, prendere un mezzo di trasporto, viaggiare. Ecco, queste attività e tante altre sono irrealizzabili per tanti disabili, per i loro famigliari e caregiver, ancora oggi le persone disabili devono contare principalmente sui famigliari per la propria assistenza anche economicamente.
Oggi è la Giornata Internazionale delle persone con disabilità indetta dalle Nazioni Unite dal 1981. Immaginando che questa giornata sia un po’ come un “capodanno” dove si fanno i bilanci dell’anno passato, come è stato questo 2024? sono stati raggiunti dei risultati importanti? Si, la tanto attesa Riforma della disabilità rappresenta, o meglio speriamo che rappresenterà, un grande cambiamento.
Le parole chiave di questo cambiamento sono: autonomia, autodeterminazione, indipendenza, interdipendenza, obiettivi, desideri, aspettative, scelte, volontà, preferenze, personalizzazione, partecipazione, uguaglianza. Queste parole hanno un potere enorme.
Il Decreto legislativo 3 maggio 2024 n. 62 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 maggio 2024 a conclusione di un articolato iter istituzionale. Contiene la definizione della condizione di disabilità, della valutazione di base, di accomodamento ragionevole e della valutazione multidimensionale per l’elaborazione e attuazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato, attuativo della Legge delega in materia di disabilità (L. 227/2021).
Il provvedimento fa seguito all’adozione dei decreti rispettivamente in tema di riqualificazione dei servizi pubblici per l’inclusione e l’accessibilità, di istituzione dell’Autorità garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità e rappresenta l’autentico cuore della riforma.
Nel Decreto vengono semplificate le procedure di accertamento della disabilità (c.d. valutazione di base che sarà di competenza dell’INPS, tramite classificazione ICF) e la successiva valutazione multidimensionale per l’elaborazione del progetto individuale di vita individuale, personalizzato e partecipato. La riforma interviene anche sulla terminologia in linea con la Convenzione Onu modificando il linguaggio della Legge 104/92. Le parole “handicap”, “handicappato”, “persona affetta da disabilità”, “diversamente abile” ecc., saranno finalmente sostituite dalle nuove definizioni. Il termine gravità sparirà ma saranno i sostegni ad avere un diverso grado di intensità a seconda della necessità per consentire alla persona di migliorare le proprie capacità di partecipazione alla vita sociale.
Come accennato prima, lo strumento fondamentale, è il PROGETTO DI VITA, già normato dall’art. 14 della L. 328/2000, atto a realizzare i desideri e le aspettative della persona con disabilità e il suo diritto alla piena inclusione sociale in termini di uguaglianza con tutti.
La valutazione dei sostegni necessari verrà realizzata CON la persona e non sulla persona e, nell’ambito del budget di progetto, verranno stabiliti le risorse e i supporti necessari per la realizzare il progetto di vita. Pertanto sarà definito un atto con valenza contrattuale che la persona disabile dovrà sottoscrivere e la firma dell’amministratore di sostegno non sarà sostitutiva.
Il Decreto prevede due step per l’applicazione del provvedimento, il primo a partire dal 01/01/2025 con l’attività di sperimentazione a livello territoriale in nove province selezionate e il secondo dal 01/01/2026 si estenderà a tutto il territorio nazionale.
Quindi nella pratica, dovremo ancora attendere che la normativa entri in pieno regime e solo allora potremo dire se si tratterà o meno di una riforma copernicana.
Una criticità che emerge subito deriva dal fatto che il legislatore ha demandato alle Regioni molte decisioni e il rischio è che ci siano prestazioni e servizi differenti a seconda del territorio di residenza, per questo è ancor più fondamentale che si garantiscano i LEA e i LEPS (attualmente solo 9 Regioni sono in regola).
È un disegno complesso quello che il Decreto ci pone di fronte, sarà una sfida in quanto saranno coinvolti servizi sanitari, servizi territoriali, enti del terzo i quali avranno un ruolo attivo nella progettazione degli interventi con l’Amministrazione pubblica, condividendone con quest’ultima la funzione pubblica; serviranno nuove competenze e nuovi approcci, gli operatori dovranno essere informati ed essere pronti a mettersi in discussione.
Abbandonando il tema della Riforma, ricordo che nel 2024 ci sono stati tre eventi molto importanti che hanno coinvolto il Cnoas nell’ambito della disabilità.
Il 20 aprile 2024 l’Ordine Assistenti Sociali ha avuto un riconoscimento autorevole da parte della Società Italiana Disability Manager. La targa consegnata dal Presidente di S.I.Di.Ma. Rodolfo Della Mora, alla Presidente del Cnoas, Barbara Rosina è stata accompagnata dalla seguente motivazione: “l’Ordine degli assistenti sociali, istituito con la legge n.84/1993 che tutela la dignità e il prestigio della professionalità di assistente sociale ed esprime pareri su questioni di carattere generale a tutela della qualità dei servizi erogati alla propria utenza. Per il contributo professionale fornito dal Consiglio Nazionale Ordine Assistenti sociali allo sviluppo delle politiche per la disabilità e la costante azione di supporto fornita agli assistenti sociali che operano in maniera capillare nei territori, allo scopo di garantire autonomia, inclusione ed equità sociale”.
Sempre il 20 aprile 2024 l’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte ha preso parte alla seconda edizione del Disabilty Pride a Torino, sfilando in un corteo allegro e pieno di speranza insieme agli Organizzatori, ai Rappresentanti delle Istituzioni, alle Associazioni e alle tantissime persone che hanno partecipato.
Per me questo Disability Pride è stato motivo di onore e orgoglio sia da un punto di vista personale che professionale, infatti ho partecipato in una doppia veste, quella di persona disabile e di assistente sociale. Mi sono sentita inoltre doppiamente orgogliosa perché ho potuto condividere questa giornata con il mio Ordine professionale, la cui presenza ha aggiunto un tassello a questa lotta.
Sono stata attraversata da tante emozioni, la soddisfazione di essere lì e di aver raggiunto i miei obiettivi dopo tante lotte che, sia io che la mia famiglia, abbiamo affrontato insieme, poi la speranza e la voglia di cambiamento perché molto è stato fatto in questi anni per la cura, la tutela e l’emancipazione delle persone disabili ma tanto bisogna ancora fare.
Questa giornata è stata significativa per promuovere politiche attive, stanziamenti, esigibilità di diritti e sostenibilità di interventi, rivendicare una società più inclusiva al fine di rimuovere gli ostacoli che non permettono alle persone con disabilità e neurodivergenti di raggiungere i propri obiettivi di autodeterminazione e autonomia.
La partecipazione al Disabilty Pride ha dimostrato ancora una volta la dinamicità dell’Ordine e la volontà di sostenere forme di mobilitazione sociale a favore dei diritti civili contro ogni forma di discriminazione ed abilismo, in linea con i principi del Codice deontologico.
L’ultimo evento che si è da poco concluso ed è la partecipazione dell’Ordine Assistenti Sociali al G7 Disabilità e Inclusione con uno stand in strada ad Assisi.
Il Cnoas ha presidiato la tre giorni 14-15 e 16 ottobre – con la Presidente Barbara Rosina, la Vicepresidente Mirella Silvani, la Consigliera segretario Erika Tognaccini e la Consigliera nazionale Elisa Concina. Presente il Croas Umbria.
Allo stand era presente un’esaustiva documentazione sul ruolo della professione ed è stato distribuito un documento in italiano e in inglese che, in 10 punti, riassume l’approccio e le proposte dell’Ordine in tema di disabilità.
La Comunità professionale non è presente solo oggi, Giornata Internazionale delle persone con disabilità ma è quotidianamente accanto alle persone disabili e ai loro famigliari e caregiver, facendosi garante di l’integrazione, inclusione e diritti.
Concludo con gli articoli del Codice Deontologico che siano sempre la nostra fiamma che illumina il nostro lavoro di cura: l’articolo 5 “L’assistente sociale fa propri i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana. Riconosce il valore, la dignità intrinseca e l’unicità di tutte le persone e ne promuove i diritti civili, politici, economici, sociali, culturali e ambientali così come previsti nelle disposizioni e nelle Convenzioni internazionali”, l’articolo 7 “L’assistente sociale riconosce il ruolo politico e sociale della professione e lo esercita agendo con o per conto della persona e delle comunità”, e l’articolo 12, dove l’assistente sociale previene e contrasta tutte le forme di discriminazione.
Vorrei che alla domanda iniziale “se voglio, posso?” SI, sia la risposta che una persona con disabilità possa avere per non rinunciare a ciò che desidera, perchè tutti e tutte siamo nati per desiderare, nessuno escluso e speriamo che la Riforma della disabilità ci dia la speranza promessa di uguaglianza e di pari opportunità.
Anna De Fabiani, Assistente sociale