L’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte e della Valle d’Aosta sostiene il Disability Pride Torino 2025
Diritti, autodeterminazione e alleanze per un futuro inclusivo
Anche quest’anno l’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte e della Valle d’Aosta sosterrà con impegno e convinzione al Disability Pride Torino, che si terrà sabato 28 giugno 2025. L’Ordine esprime la propria vicinanza alle istanze portate avanti dalle persone con disabilità e dalle realtà che animano il movimento per i diritti e l’inclusione.
Il Disability Pride rappresenta infatti un’importante occasione pubblica per ribadire che la piena cittadinanza delle persone con disabilità passa anche attraverso il riconoscimento della loro soggettività, competenza e libertà di scelta. Non si tratta solo di “includere”, ma di costruire insieme una società accessibile, equa e giusta, in cui ciascuno e ciascuna possa essere protagonista della propria vita.
«Il sostegno dell’Ordine al Disability Pride – dichiara il Presidente del Cioas, Antonio Attinà – è coerente con la nostra visione della professione: come assistenti sociali lavoriamo ogni giorno per rimuovere ostacoli culturali, sociali e istituzionali che impediscono alle persone di esercitare i propri diritti. Sostenere una manifestazione come questa significa mettere in pratica i valori dell’autodeterminazione, della dignità e della giustizia sociale che sono alla base del nostro Codice Deontologico».
Il sostegno del Cioas Piemonte e Valle d’Aosta, inoltre, non è soltanto simbolica ma espressione concreta di un impegno che attraversa i diversi contesti in cui operano le e gli assistenti sociali – dai servizi sociali territoriali ai servizi sanitari, scolastici, giudiziari – nella promozione di un approccio intersezionale e attento alle discriminazioni che possono colpire le persone con disabilità, anche quando queste si intrecciano con il genere, l’età, la provenienza, l’orientamento sessuale, la condizione economica.
Come Ordine, accogliamo perciò con gratitudine l’invito ricevuto dal Disability Pride e ci riconosciamo in una battaglia culturale che punta a trasformare le istituzioni, non da fuori, ma da dentro, in alleanza con chi ogni giorno rivendica dignità, ascolto e protagonismo.