Comunicato Stampa in merito alla raccolta firme per l’introduzione del comma 1-bis nell’art.14 Legge 22 maggio 1978, n.194

Di seguito Comunicato Stampa realizzato con la collaborazione delle colleghe AS Elena Giuliano e Daniela Ostano

Anche in Piemonte, nei mesi scorsi, sono state raccolte le firme per modificare l’art. 14 legge 194/1978  “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”

TESTO DEL PROGETTO DI LEGGE
All’art. 14 Legge 22 maggio 1978, n.194, contenente “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”, si aggiunge il seguente:
«comma 1-bis. Il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria di gravidanza ai sensi della presente legge, è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso».

La proposta preoccupa le/gli assistenti sociali
In merito a tale proposta l’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte interviene ricordando che nel mandato dell’Assistente Sociale è centrale il sostegno rivolto ad ogni persona affinché possa autodeterminarsi e agire attivamente (art.26 codice deontologico) attraverso un percorso teso a valorizzare le risorse di ognuno, riconoscendo la centralità e l’unicità della persona stessa.
La donna in consultorio viene sempre ascoltata e informata delle alternative possibili alla scelta di interrompere la gravidanza, con delicatezza ed attenzione (come peraltro previsto dalla stessa legge 194/1978).
L’intervento dell’Assistente sociale, in questo difficile momento di vita, avviene su richiesta della donna adulta o su invio degli altri professionisti ad esempio nel caso di una minorenne. Durante il colloquio si apre uno spazio di ascolto e di comprensione delle circostanze in cui la donna si trova, il contesto di vita e di relazione. Si instaura così una relazione di fiducia che accompagna una scelta che è, e resta, sempre della donna e non può essere messa in discussione, altrimenti si rischierebbe di non rispettare i principi etico deontologici del sostegno al diritto della persona ad assumere le proprie scelte.
Spesso si pensa che in queste situazioni il problema sia economico, ma non è sempre così. A volte possono emergere richieste d’aiuto che vanno oltre: situazioni conflittuali, di rischio, di sfruttamento o semplicemente un momento non adatto per divenire madre. Ci vuole tempo per intraprendere dei percorsi di cambiamento, mentre la scelta di diventare madre o meno, quando la gravidanza non è stata programmata, ha un tempo definito per legge di 90 giorni. Nessuna donna vorrebbe mai trovarsi di fronte a questa scelta.
Il Presidente dell’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte, Antonio Attinà, conclude: «Questo delicato lavoro professionale ad oggi è garantito da un numero di assistenti sociali presenti nei Consultori in Piemonte che si discosta dagli standard previsti dal DM. 77 23.05.2022 del 75% e quindi auspichiamo che il rafforzamento delle risorse sia considerato, nell’agenda politica, una priorità urgente».