Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne 2024
Ordine Assistenti Sociali del Piemonte: «È importante si faccia maggiore prevenzione»
Anche quest’anno arriva l’appuntamento con la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre, l’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte, partendo dai continui fatti di cronaca, cerca di guardare al fenomeno della violenza sulle donne anche a partire da un tema fondamentale e purtroppo ancora troppo poco considerato: la prevenzione.
Sulla violenza di genere c’è ancora ad oggi la tendenza a privatizzare un fenomeno che invece è sociale.
Come Ordine Assistenti Sociali del Piemonte crediamo sia importante cambiare il paradigma culturale nella nostra società, che al momento è ancora troppo legato ad un modello patriarcale. Questo cambiamento richiede di operare in tutti i contesti dove si possono creare delle reti formali e informali attorno alle famiglie, partendo dalle agenzie educative. Possiamo avviare un processo per modificare il modo di pensare
delle nostre comunità an cominciare dai più piccoli: le nostre bambine e i nostri bambini, le ragazze e i ragazzi, attraverso l’istruzione di qualunque ordine e grado. Allo stesso tempo è importante accompagnare gli adulti, i genitori, verso un percorso di consapevolezza. Dobbiamo investire sulla formazione di chi educa le nostre comunità perché abbia sempre più strumenti per poter influire sui modelli culturali degli adulti.
Richiamiamo inoltre la responsabilità di tutti coloro che hanno la possibilità di incidere attraverso i social media e l’informazione.
Oggi, la cassa di risonanza dei mezzi di comunicazione di massa porta a conoscenza ognuno, quotidianamente, l’orrore di certe violenze, di cui viene però percepito l’aspetto sensazionalistico a scapito di quello più intrinseco da attribuire a tali fenomeni. Come spiega Daria Moschetti, consigliera dell’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte, «la violenza sulle donne non ha tempo né confini precisi ed è ormai entrata da tempo nel dibattito internazionale, ma è evidente che le analisi, le riflessioni degli “addetti ai lavori”, i fatti di cronaca sempre più tragici e sconvolgenti, non siano stati funzionali a contrastare il maledetto fenomeno che dovrebbe interessare tutti. E sì, dico “dovrebbe” con tono estremamente polemico perché la verità è che, per quanto la violenza sulle donne sia un problema sociale e tipicamente maschile, continuano ad essere prevalentemente le donne, spesso derise per la loro stremante e scomoda “lotta al patriarcato”, ad avere a cuore la prevenzione. Prevenzione, tanto citata quanto ignorata. La verità è che si è parlato tanto ma fatto sempre meno».
La riflessione investe tutti e tutte, uomini e donne, e diventa sempre più urgente, come sottolinea il presidente dell’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte Antonio Attinà: «Le forme di violenza a cui continuiamo ad assistere non sono altro che il segno di un enorme disagio che attraversa tutti i ceti sociali.
Dentro questo disagio sono gli uomini che dovrebbero mettersi in discussione. Rispetto alla fase riparativa, quando la situazione è ormai esplosa, è necessario investire sempre più sul recupero degli autori di violenza, dobbiamo evitare il reiterarsi delle condotte violente attraverso un reale cambiamento di queste persone.
Dobbiamo però pensare di investire anche in fase preventiva, sostenendo e intercettando gli uomini più a rischio prima che certe situazioni sfocino in atti brutali. Per questa ragione è urgente intervenire nella prevenzione, nella divulgazione, nella formazione, soprattutto delle nuove generazioni, per provare a cambiare concretamente e non solo simbolicamente il paradigma. Ed è necessario, inoltre, agire sulle
diverse componenti della comunità che a vario titolo si occupano della violenza affinché la sappiano riconoscere e intercettare in maniera precoce».