Il Consiglio dell’Ordine Assistenti Sociali di Piemonte e Valle d’Aosta denuncia la catastrofe umanitaria a Gaza

Il Consiglio dell’Ordine Assistenti Sociali di Piemonte e Valle d’Aosta denuncia la catastrofe umanitaria a Gaza

Il Consiglio dell’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte e della Valle d’Aosta intende esprimere la più profonda preoccupazione per il protrarsi del conflitto in Israele e Palestina. Oggi, nel condannare qualsiasi guerra come un male inaccettabile, esprimiamo preoccupazione per la situazione umanitaria catastrofica che si sta delineando a Gaza, dove assistiamo a ciò che sempre più si configura come un genocidio, come già dichiarato dalla stessa Organizzazione per le Nazioni Unite: https://onuitalia.com/2025/03/13/israele-2/

Come Ordine professionale, siamo impegnati quotidianamente nella promozione della dignità, dei diritti umani e della giustizia sociale. La nostra professione, infatti, si fonda sul contrasto a ogni forma di violenza, discriminazione e sopraffazione, per questo non possiamo restare indifferenti alle conseguenze devastanti della guerra, dell’odio e della violenza sulle persone, in particolare su bambini e donne, sulle famiglie e sulle comunità.

Il nostro Codice Deontologico ci impone di riconoscere il valore, la dignità intrinseca e l’unicità di tutte le persone e ne promuove i diritti civili, politici, economici, sociali, culturali e ambientali così come previsti nelle disposizioni e nelle Convenzioni internazionali. Inoltre, orientiamo la nostra azione a favore della giustizia sociale, anche nei contesti globali, e contribuiamo alla costruzione di una cultura dei diritti e della pace attraverso il dialogo, l’ascolto, il rispetto reciproco, la giustizia e la solidarietà. Non smettiamo di credere nei percorsi di politica estera di pace, di cooperazione e di sicurezza comune, a difesa dei diritti, della democrazia e della libertà.

La realtà attuale nella Striscia di Gaza risulta drammatica e gravissima. Le fonti mostrano un quadro desolante:

Oltre 20.000 bambini sarebbero morti dall’inizio del conflitto, con circa 14.000 bambini che rischiano di morire per denutrizione nelle prossime ore a causa della mancanza di aiuti. La direttrice generale di UNICEF ha definito “inconcepibile” quanto sta accadendo ai minori.

Almeno 28.000 donne e ragazze sono state uccise negli attacchi delle forze israeliane dall’ottobre 2023, una media di una ogni ora, lasciando migliaia di madri che hanno perso i propri figli.

La distruzione di ospedali, scuole e infrastrutture civili, e l’impedimento all’ingresso di operatori sanitari e umanitari, sono atti che la nostra comunità professionale ha la responsabilità di denunciare.

Come professionisti del servizio sociale, il nostro mandato è la tutela delle persone più fragili. Il nostro Codice Deontologico, all’Art. 28, ci chiede di adoperarci per “contrastare situazioni di violenza, trascuratezza, sfruttamento e oppressione nei confronti di persone di minore età o in condizioni di impedimento fisico, psicologico, di fragilità”.

Per questo, sentiamo il dovere, prima ancora che la responsabilità istituzionale, di chiedere con forza ed urgenza ai leader mondiali e ai governi:

• Di fermare immediatamente le guerre e i conflitti in corso, in particolare la crisi che devasta Gaza;

• Di avviare negoziati pacifici per risolvere le controversie, secondo il diritto e la giustizia internazionale;

• Di proteggere i civili e i rifugiati;

• Di aprire corridoi umanitari e fornire aiuto immediato a coloro che ne hanno bisogno, garantendo l’accesso a cibo, medicine e aiuti salvavita;

• Di riconoscere e sostenere la funzione imprescindibile delle organizzazioni internazionali preposte alla protezione dei diritti umani e gli operatori sociali, sanitari e umanitari.

Non è più tempo di aspettare. Restare in silenzio significherebbe venire meno al mandato che ci impegna, ogni giorno, a stare dalla parte di chi è vulnerabile, escluso o oppresso.