“Per chi l’ha visto e per chi non c’era” il reportage della Giornata Mondiale del Servizio Sociale 2025 è pronto!
Per il secondo anno consecutivo, sperando che diventi una tradizione, esce il reportage della Giornata Mondiale del Servizio Sociale che quest’anno ha avuto luogo il 6 Maggio 2025. Un modo per far rivivere alcuni dei momenti dell’evento formativo e di incontro a chi c’era e portarne una piccola parte a chi non ha potuto partecipare in presenza. Crediamo fortemente che la Giornata Mondiale vada vissuta attraverso la partecipazione, per dare uno spazio dedicato all’incontro e vivere anche emotivamente un evento così importante per la professione, evento che si rinnova ogni anno in una forma diversa.
La giornata ha trovato una forte integrazione fra parte accademica e riflessione sulle prassi, partecipazione e riflessione sull’immagine dell’assistente sociale, sempre tenendo ben salda l’ottica intergenerazionale che ha guidato la giornata.
Quest’anno c’è stata anche un’apertura al mondo, l’inserimento di una serie di speech, discorsi, di persone che non fanno parte dell’ambito dei Servizi Sociali. Abbiamo pensato che queste persone, con la propria esperienza, potessero darci dei punti di vista diversi da quello sociale in senso stretto, in quanto crediamo che la nostra professione sia calata nella vita delle persone e pertanto aprire lo sguardo su ciò che ci circonda sia sempre utile ed arricchente. Ed anche un po’ perché siamo convinti che bisogna “curare chi cura” e quindi abbiamo pensato a questa esperienza come un regalo alla comunità professionale.
Poi abbiamo anche l’importante contributo dei colleghi del gruppo Comunicare e Narrare la professione, che si sono occupati dei video, delle interviste, della mostra fotografica, del reportage sui social durante la giornata, di fotografare e filmare gli interventi e molto altro.
Altri colleghi hanno chiesto di partecipare o sono stati coinvolti singolarmente, sapendo che l’Ordine è la casa di tutte e tutti ed il Consiglio un luogo aperto allo scambio ed alla collaborazione.
Nel reportage che segue, a firma della collega Sandra Tartaglione, sono stati inseriti i link Youtube di 4 video a testimonianza della giornata ed a seguire troverete le fotonarrazioni della mostra fotografica che è stata organizzata ed era visibile nel teatro durante la giornata.
Come promemoria al fondo di tutto trovate il programma della giornata.
Buona lettura e buona visione
Isabella Derosa
Referente Commissione Comunicazione
Consigliera Ordine Assistenti Sociali di Piemonte e Valle d’Aosta
Rafforzare la solidarietà intergenerazionale per un benessere duraturo – report del WSWD 2025
Quest’anno per il WSWD piemontese è stata scelta una location ampia e rinnovata, quella del Teatro Grande Valdocco di Torino. Fin dall’inizio una scommessa, data la massima capienza di oltre 800 posti, che sono però stati riempiti prontamente dagli e dalle assistenti sociali provenienti dal Piemonte e Valle d’Aosta. Dal 23 dicembre 2024, infatti, vi è stato un accorpamento dei due Ordini regionali e la giornata del 6 maggio ha voluto anche celebrare questa fusione.
Platea e galleria già alle 9.00 del mattino riecheggiamo di saluti, abbracci, aspettative e come ogni anno, ci si incontra per raccontarsi un po’ di sé e un po’ di noi.
La tematica della intergenerazionalità è il focus della giornata: Luana Boaglio, consigliera e moderatrice dell’evento, presenta la prima slot di personalità intervenute, citando Marco Aime, antropologo Torinese che ha studiato come nelle società africane i riti accompagnassero i passaggi principali all’età adulta, da qui il riferimento al nostro codice deontologico, articolo 45, in cui si
sancisce come l’accogliere un tirocinante non è solo un dovere, ma un’opportunità di crescita per il
professionista.
Il primo intervento è quello di Ellade Peller (Sindaco del Comune di Nomaglio e Presidente del Consorzio dei Servizi Sociali IN.RE.TE.) il quale inquadra bene il periodo storico che stiamo vivendo, caratterizzato dalla crescente richiesta e necessità di sostegno in ambito sociale, a cui si contrappone una penuria di risorse anche professionali, rigidità dei criteri per utilizzare gli stanziamenti (come per esempio il fondo della non-autosufficienza) ed in generale, la poca valorizzazione della funzione sociale dei Servizi, che può solo ancorarsi alla professionalità e passione presente nelle nuove generazioni.
A seguire è intervenuta Rosy Musumeci (Vicepresidente del corso di Laurea Magistrale in Programmazione delle Politiche e Servizi Sociali) che ha sottolineato come siamo immersi in società iper-connesse quanto frammentate, in cui gli anziani sono invisibili e i giovani svalutati;
pertanto l’università affronta con vigore la tematica della valorizzazione dello scambio tra generazioni, attivando insegnamenti sui corsi di vita e sulle ricadute sul Welfare di una migliorata relazione tra le generazioni: aspirare – dunque – al benessere, nella consapevolezza della sua dimensione diacronica.
Andrea Pogliano (Presidente del Corso di Laurea dell’università del Piemonte Orientale) notizia l’assemblea sulla riapertura del corso di Laurea in Amministrazione del Servizio Sociale e Territorio, quale importante strumento di stimolo per le nuove generazione di professionisti e responsabili dei Servizi Sociali.
Tra gli interventi, prende la parola anche Barbara Rosina (presidente Ordine Nazionale Assistenti Sociali), che apre il suo discorso ringraziando colleghi e colleghe dell’ordine, rimaste a presidiare i servizi, gli studenti, i tutor, i supervisori, i docenti e tutte le declinazioni possibili della nostra professione. Ricorda inoltre come il nostro non sia un lavoro di erogazione dei servizi, bensì quello di preservare la tenuta democratica del nostro sistema di welfare. Rosina ha evidenziato infine come la solidarietà intergenerazionale significhi curare la società, ma anche noi stessi, le nostre comunità professionali; siamo 48.000, dobbiamo puntare a sostenerci custodendo la memoria, ma aprendoci a nuove frontiere.
A seguire, l’Assessore ai Servizi Sociali, Jacopo Rosatelli ha ricordato l’attentato verificatosi a marzo di quest’anno nel Servizio Sociale di via Filadelfia, a Torino: evento che ha colpito l’intera comunità professionale e ci ha fatto interrogare su come la nostra professione venga percepita e su come trovare equilibrio tra apertura e protezione, creando una rete tra generazioni, nell’ottica di una professione che ha un ruolo politico e di trasformazione dei contesti di vita.
Dopo i saluti istituzionali, si è passati al monologo ironico di Diego Garzino (docente a contratto presso il Dipartimento di Giurisprudenza e Scienze Politiche di Asti) che, con tutta la sua competenza in ambito teatrale, ha ben argomentato la tematica dell’abisso esistente tra l’assistente sociale degli anni ’70 e quella del futuro, immaginata come un’intelligenza artificiale.
https://www.youtube.com/watch?v=g0M-10_lU_Y
Marilena Dellavalle (Professoressa Associata del Dipartimento di Culture, Politica e Società, Università degli Studi di Torino), insieme a Carlotta Mozzone (assegnista di ricerca UniTo) ha ripercorso un coinvolgente parallelismo storico tra le vite di donne e professioniste attrici della filantropia politica e dell’impegno durate la Resistenza: tra queste Jane Addams, premio Nobel per la pace nel 1928, partita dal quartiere povero Hull House per intraprendere la sua lotto contro le disuguaglianze; si esprime la stretta connessione tra la ricerca della pace, come pratica nel lavoro sociale, alla democrazia come pratica quotidiana custodita dai professionisti del sociale.
Un excursus poi sulla vita di Mary Richmond, nata nel 1861, direttrice del Dipartimento dell’Organizzazione di carità, una delle pioniere della storia dell’assistente sociale. Sono narrazioni che spingono a ricordare come il nostro lavoro sia un lavoro di cura che punti sull’autodeterminazione e valorizzazione della persona e delle comunità. Si passa poi a ricordare Alice Salomon, classe 1872, di famiglia ebrea, fondatrice del Servizio Sociale in Germania, sfuggita alla persecuzione ebraica. E ancora Ada Gobetti, del 1902, con il suo diario partigiano sulla difesa delle donne, Lucia Corti Ajmone Marsan, laureata in scienze naturali, arrestata per combattere il nazifascismo e fondatrice di gruppi di difesa della donna durante la resistenza. Marialuisa Addario, partigiana e attivista nel sostegno ai carcerati. Paolina Tarugi, altra figura di rilievo durante la Grande Guerra.
La giornata prosegue con un’interessante disamina sull’approccio One Health (risalente al 2004) ad opera di Francesca Zaltron (ricercatrice Università Piemonte Orientale) e Luca Pavani (tutor del Dipartimento di Culture Politiche e Società, Università degli studi di Torino). Si tratta dello studio dell’interdipendenza tra le diverse prospettive ecologiche, della connessione tra il mondo animale e
quello umano, i cui problemi possono essere affrontati a più livelli, per garantire risposte complete lontane dall’ottica settoriale del sapere. Partendo dalla tematica dell’antibiotico-resistenza, si evidenzia la necessità di trattare la problematica in un’ottica transdisciplinare, spiegando come poter fare fronte anche alle caratteristiche dei rischi moderni invisibili (es. amianto) e causati spesso dallo smodato uso delle tecnologie/conquiste scientifiche. È importante infatti trovare un equilibrio tra la cura (uso dell’antibiotico) e l’utilizzo eccessivo della stessa. L’approccio One Health si propone di costruire un metodo per rispondere in modo multidisciplinare alle necessità divergenti ed emergenze contemporanee. In questa dimensione, si inquadra l’Eco-SocialWork secondo cui il Servizio Sociale può diventare agente di trasformazione eco-sociale orientato al benessere umano e More-Than-Human. Una disciplina e una professione che opera per il benessere planetario, uscendo dalla logica dell’intervento fino a un’etica della cura multi-specie.
Si entra poi nel vivo del’ultimo intervento prima della pausa del pomeriggio visionando un video ideato dall’assistente sociale Daniele Bertini e la collega Daniela Caputi, testo che è stato frutto di un lavoro di supervisione seguito dal collega Simone Schinocca.
https://www.youtube.com/watch?v=822plhAnkaI
A seguire, la consigliera Cristina Gai raccoglie con un’appassionata intervista, le esperienze maturate sul campo e in ambito accademico dalle colleghe Patrizia Cola, Miranda Prosio, Eleonora Moiso e Lavinia Berioianni. Generazioni, motivazioni diverse, ma un’unica
passione per il lavoro di assistente sociale.
Segue il video CamerAS Caffè, sitcom ambientata in un servizio sociale, ideata dal gruppo “Comunicare e narrare la Professione”, nello specifico hanno collborato Laura Gedda, Giorgio Gianre, Lorenzo Casorzo, Marta Cerrato, Alessia Congia, Elena Maria Giuliano ed un gruppo di videomaker non professionisti che hanno fornito il supporto tecnico. La puntata presentata è a tema supervisione.
https://www.youtube.com/watch?v=xxrxJs_-Rwk
Fa il suo ingresso il musicista Mauro “MAO” Gurlino che si presenta con un suo bravo eseguito chitarra e voce e che presenterà la prossima parte del pomeriggio. La giornata entra nel cuore con brevi speach, ossia monologhi in cui vengono raccontate esperienze di vita e scelte professionali che descrivono come, nell’ambito di una stessa esistenza, si possa cambiare strada e decidere di stravolgere tutto dalla A alla Z: la studentessa Giorgia Pagliuca, che dapprima spinta dalla voglia di rivalsa sociale, compie studi universitari per poi accorgersi di amare il lavoro sul campo nell’ambito della tutela dell’ambiente e spendere il suo sapere per essere attore di cambiamento. L’insegnante Laura Salvai che, dopo una vita arapportarsi per lavoro solo con gli adulti, sceglie in età adulta di insegnare ai bambini per necessità economica ma poi comprende la risorsa che rappresentano le nuove generazioni e la propria possibilità di trasmettere loro la passione per la scrittura. Segue lo storico Daniele Jalla, che ci rappresenta l’importanza del racconto fra generazioni per mantenere via la memoria e come bastino tre generazioni per perdere completamente la storia. Valeria Crudo, impiegata amministrativa di un servizio sociale del Comune di Torino, tutor di laboratori teatrali, che dopo una vita da eterosessuale, a cinquanta anni, decide di mostrare il suo vero orientamento sessuale fino a diventare attivista per Casa Arcobaleno, puntando l’attenzione sul riconoscimento della diversità e della unicità di ciascuno di noi, superando le rigide classificazioni e stigmatizzazioni del passato in base al proprio orientamento sessuale. Matteo Negrin, che attraverso il racconto del Mito di Medea, racconta il rapporto padre/figlia e l’importante funzione del teatro come mezzo di comunicazione intergenerazionale.
Arriviamo in questo modo alle interviste doppie, curate dalle consigliere Elena Giuliano e Daria Moschetti, per un confronto tra generazioni di colleghe e colleghi, professioniste/i con esperienze differenti e ideali comuni. Hanno partecipato alle interviste: Tea Baraldi, Mario Garello, Maria Rosa Guerrini, Destiny Igbinovia, Alina Petronela Imbrea, Marianna Muzzupappa, Roberto Serale e Liliana Vagliengo
https://www.youtube.com/watch?v=nDYWBrVkISI&t=209s
Il gruppo delle fotonarrazioni che è parte integrante del gruppo “Comunicare e narrare la Professione” presenta la mostra fotografica allestita in fondo alla sala; il lavoro svolto dal gruppo racconta le parole chiave del WSWD 2025 attraverso immagini e parole che evocano emozioni e significati importanti.
In definitiva, si è trattato di una giornata ricca di riflessioni e approfondimenti sui temi del WSWD, ma anche una giornata all’insegna della partecipazione attiva di iscritti e iscritte che partecipano al gruppo “Comunicare e narrare la Professione”. Tutti/e i/le colleghi/e protagonisti/e della giornata si sono ingaggiati con passione e professionalità, mettendo a disposizione della comunità professionale le
proprie capacità espressive e artistiche, offrendo uno sguardo “leggero e profondo” che ha accompagnato la narrazione dei tanti aspetti della professione.
Ha concluso la giornata il Presidente dell’Ordine Assistenti Sociali di Piemonte e Valle d’Aosta,
Antonio Attinà, il quale ha raccontato come la sua vita sia cambiata dopo aver effettuato il Servizio Civile presso un centro diurno per ragazzi disabili. La passione per il Sociale è cresciuta e maturata con il lavoro di assistente sociale di territorio fino a divenire responsabile del Consorzio del Verbano, poi consigliere e presidente dell’Ordine Professionale degli Assistenti Sociali, oggi Cioas, (Consiglio Interregionale). L’esperienza ordinistica è stata importante, intensa, e dopo due mandati, a fine anno volgerà al termine. Pertanto il Presidente ringrazia sentitamente tutti i consiglieri che lo hanno affiancato in questo mandato nei momenti difficili, nei momenti aggregativi, di riflessione e
di progettazione. È d’obbligo il richiamo alla figura dell’assistente sociale come pacifico rivoluzionario che spinge i cittadini a cambiare ed autodeterminarsi soverchiando gli schemi rigidi della società.
L’evento odierno ha il sapore di rinnovamento, di voglia di fare cultura e di manifestazione di gratitudine verso tutta la comunità professionale: merito di tutti/e i/le partecipanti, e soprattutto della grintosa regia della consigliera Isabella Derosa, che per congedare il pubblico, chiama ad una ad una i/le colleghe/ghi intervenute/i nella giornata, per intonare tutti insieme la canzone di Rino Gaetano, “Ma il cielo è sempre più blu”. E noi ci auguriamo proprio questo: che il futuro della nostra professione che sia sempre così!
Sandra Tartaglione
La fotonarrazione: WSWD 2025 FRA IMMAGINI E PAROLE
Un breve percorso fatto di parole e immagini che accompagnano la celebrazione di questa giornata. Il gruppo del Tavolo CROAS Piemonte e Valle d’Aosta “Comunicare e narrare la professione“ che si dedica alle fotonarrazioni ha scelto anche in questa occasione di presentare il WSWD 2025 e i suoi significati con alcune parole chiave che sono stati il filo conduttore dei diversi contributi previsti nella giornata. Le fotonarrazioni sono uno dei tanti linguaggi possibili che abbiamo scelto per rappresentare e testimoniare questo evento dedicato alla professione .
Ogni parola chiave è associata a una immagine che diventa metafora perché ognuno di noi possa evocare nuovi pensieri, interrogativi, riflessioni su una professione che è ricerca continua .
Ci siamo lasciate guidare dalle forti suggestioni della giornata in quanto strumenti potenti nell’evocare le immagini e le parole che le accompagnano. Questo lavoro ha richiesto anche a noi di lasciar emergere emozioni e riflessioni per poterle a nostra volta trasmettere e raccontare. Vi invitiamo a visitare la mostra fotografica con questo sguardo, ci auguriamo che possano essere anche per voi delle porte aperte da attraversare che sollecitano a riflettere su come comunicare e narrare oggi la professione ma soprattutto su come portare e sviluppare fuori da qui (nei nostri contesti di vita e di lavoro ) i significati profondi del WSWD 2025.
Le parole chiave :
eredità, cura, resilienza, farsi ponte, connessioni, ingranaggi, generazioni diverse, sguardo rovesciato, sfide, accompagnare cambiamenti, reti, benessere e responsabilità
a cura del gruppo Fotonarrazioni del gruppo Comunicare e narrare la professione:
Ebe Maria Bruno, Alessia Congia, Donatella Garnero, Laura Gedda, Filomena Marangi