Sabato 17 giugno a Torino l’Ordine Assistenti Sociali Piemonte parteciperà al Torino Pride 2023
Lo slogan di questa edizione sarà “Tacchi Rotti eppur bisogna andar”. Il corteo avrà un nuovo percorso che partirà dal quartiere Aurora
Sabato 17 giugno a Torino si terrà il Torino Pride 2023. L’appuntamento con il nuovo percorso, che attraverserà la Torino arcobaleno, vedrà come punto di partenza corso Vercelli 15, nel quartiere Aurora, alle 16,30. Il Pride proseguirà poi per corso Emilia, corso Brescia, via Bologna, corso XI Febbraio, corso Regina (tratto su controviale), rondò Rivella, corso San Maurizio, lungo Po Cadorna, lungo Po Diaz, corso Cairoli. L’arrivo sarà al Parco del Valentino, in viale Virgilio, dove si potrà assistere agli interventi delle associazioni facenti parte del Coordinamento di Torino Pride e si potrà far sentire, attraverso la partecipazione, il proprio sostegno alla comunità LGBTQIA+.
Lo slogan che accompagnerà la manifestazione di quest’anno sarà “Tacchi Rotti eppur bisogna andar” e anche per questa edizione, come nelle passate, l’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte prenderà parte al corteo, per condividere la voce di chi chiede che i diritti non vengano negati, calpestati o messi in discussione. «Portiamo – è scritto nel Manifesto del Pride di quest’anno – i segni visibili di questa violenza sui nostri corpi e sulle nostre vite, una violenza che non è soltanto fisica o verbale ma anche istituzionale. Li vediamo, simili eppur differenti, nel razzismo sistemico che garantisce i privilegi a chi ha la pelle bianca, nella violenza maschile e di genere che discende dal maschilismo e dal patriarcato, nell’abilismo diffuso che non prevede le disabilità e le neurodivergenze. Ci siamo rottз i tacchi di tutto questo, li abbiamo consumati lotta dopo lotta eppur non ci fermiamo qui».
Come lo scorso anno, perciò, l’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte ribadisce la necessità di politiche più efficaci contro la violenza di genere e capaci di sviluppare giustizia e uguaglianza, spendendosi per i diritti di tutte e tutti. Lo fa con la presenza, ma anche con le parole in prima persona della Consigliera e Responsabile della Commissione Comunicazione Isabella Derosa: «Recentemente ad un incontro ho potuto ascoltare persone che chiedono di essere riconosciute come transgender, cioè che si riconoscono con un genere diverso da quello biologico e richiedono il riconoscimento di alcuni diritti. Dalle interviste a queste giovani persone era chiaro come, in seguito al proprio coming out e soprattutto in seguito alle azioni di cura delle e degli adulti che le circondavano, la loro qualità di vita fosse completamente cambiata. Da uno stato di depressione e spaesamento ad un miglioramento dell’umore. Dall’’isolamento alla voglia di tornare a scuola e frequentare i compagni. Dal tentato suicidio alla vita. Per assistere a questi importanti cambiamenti sono bastati piccoli gesti come chiedere con quale nome avessero scelto di essere chiamate e chiamati, eliminare i simboli di maschio e femmina dalle porte dei bagni della scuola, avere la possibilità di accedere a una carriera scolastica alias. È stato importante – prosegue la testimonianza – sentire che tali gesti arrivassero dalle istituzioni e che trasformassero concretamente l’atteggiamento delle persone e della società a cui appartengono. Non essere più additati come diversi, ma vedere accolta la propria unicità in un atteggiamento inclusivo».
A partire da questo semplice ma efficace racconto in prima persona, l’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte ci tiene a rimarcare in questa giornata come il lavoro delle professioniste e dei professionisti sia caratterizzato da azioni quotidiane volte alla valorizzazione delle potenzialità dei singoli individui e contemporaneamente ad agire un ruolo attivo per promuovere politiche sui diritti civili di tutte e tutti. Non sono mancati in questi anni eventi formativi organizzati dall’Ordine stesso, mirati a sostenere le e gli Assistenti Sociali nell’orientarsi all’interno di contesti sociali che cambiano velocemente, mantenendo alti i livelli di professionalità, e cogliendo le nuove esigenze delle persone nel rispetto della complessità.
«Le discriminazioni – spiega e conclude Derosa – invadono ogni ambito di vita, da quello lavorativo a quello personale, e siamo tenute e tenuti a contrastarle. Sono tante le conseguenze delle discriminazioni, a partire dall’incolumità personale, passando per la difficoltà a trovare un lavoro, fino a non poter manifestare liberamente il proprio essere. Per questi motivi, come professione, abbiamo l’obbligo etico di aderire a eventi come il Pride, riconoscendo e sostenendo un gruppo di persone che lottano per i propri diritti, richiedendo solo di essere riconosciute e non discriminate».
Anche quest’anno, pertanto, il Consiglio dell’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte ha scelto di partecipare alla manifestazione, guidato dalla volontà di esserci da riferimenti del codice deontologico quali il riconoscimento della centralità e unicità della persona senza discriminazioni e senza giudizi.
Queste, in conclusione, le parole del presidente dell’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte Antonio Attinà: «Essere riconosciute e riconosciuti. Questo è ciò che chiedono le persone che appartengono alla Comunità LGBTQIA+. Noi assistenti sociali sentiamo di avere un ruolo nel sostenere il raggiungimento di questo obiettivo poiché siamo promotori di una politica anti oppressiva, orientata alla giustizia sociale, volta a contrastare le disuguaglianze e le discriminazioni e che sostiene il valore positivo delle differenze. Gli eventi come il Pride fanno parte di un sistema complesso che punta ad incidere sulla cultura non solo delle singole persone ma dell’intera comunità sociale. Il processo di cambiamento orientato alla cultura delle differenze non riguarda infatti solamente i singoli individui, ma anche la comunità, che deve essere supportata nel diventare competente, cioè sensibile e capace di accogliere ogni individualità».