Torino – 9 giugno 2018 Famiglia e disabilità: una prospettiva analitico transazionale – Conduttore: dott. Andrea Dondi (TSTA-P) – Istituto Tornese Analisi Transazionale

Riceviamo e pubblichiamo. Si ricorda che, come da regolamento, è possibile riconoscere crediti formativi per la formazione continua degli assistenti sociali solo ad agenzie/enti/formatori autorizzati o ad iniziative effettuate in convenzione-collaborazione con i CROAS.  Segnaliamo che l’evento è a pagamento.

 

itat Istituto Torinese Analisi Transazionale

SEMINARIO 9 giugno 2018

Famiglia e disabilità: una prospettiva analitico transazionale

Conduttore: dott. Andrea Dondi (TSTA-P)

Tranne rare situazioni ogni bimbo con disabilità ed i suoi fratelli e sorelle nascono in un gruppo sociale che identifichiamo con il termine famiglia. Esiste un dibattito aperto ed attuale su cosa sia da intendere come famiglia. La famiglia è definibile in molti modi e può essere intesa come un sistema dinamico complesso di relazioni interdipendenti che solitamente si viene a costituire in un gruppo sociale intergenerazionale. Il fatto che la famiglia sia concepita come gruppo “interdipendente” ci introduce ad una visione sistemica delle relazioni dei suoi membri.

In estrema sintesi potremmo dire che in questa ottica quello che accade ad un membro del sistema “influenza” tutto il sistema, quindi gli altri appartenenti al gruppo. Questo reciproco influenzamento è dovuto ai vincoli generati dal senso di appartenenza, dalla condivisione di tempi e spazi, dal legame affettivo, da aspetti socio legali.

La famiglia è quindi una realtà sociale regolata da molteplici variabili di natura diversa, un universo che raccoglie molto della storia e dei vissuti delle persone che incontriamo. In alcuni casi non solo è utile prendere in considerazione e conoscere questo livello di complessità, ma non è possibile prescinderne. Uno di questi casi si verifica, quando è presente nella famiglia una persona con disabilità. La disabilità è una condizione che inevitabilmente amplifica e distorce le dinamiche presenti nella famiglia. Il sistema famiglia in cui è presente una persona con disabilità è coinvolto in un processo lungo e complicato di gestione dell’impatto che la disabilità esercita sulla famiglia in molteplici termini.

Se un rapporto di dipendenza tra la famiglia e la persona con disabilità è pensato anche come condizione permanente di reciproco influenzamento, risulta evidente quanto sia importante allargare a tutta la famiglia l’orizzonte del nostro pensare ed agire (terapeuticamente) nei confronti della persona con disabilità.

Ciò ci permette di rendere giustizia della quantità e qualità del un rapporto intenso ed estremamente potente che si instaura tra i caregivers e la persona con disabilità: un rapporto che nasce dalle ceneri di un sogno e che nonostante questo si rafforza e come tutti i legami di dipendenza, limita e nutre entrambi o tutti i soggetti che ne sono coinvolti.

Non è quindi possibile occuparsi della cura della persona con disabilità senza prendersi cura del suo contesto di riferimento, nella maggior parte dei casi la sua famiglia. Il “prendersi cura” afferisce di più al concetto di “Care” dell’etimologia anglosassone, perchè riguarda la cura della persona in senso lato, il suo benessere, in senso, come si direbbe oggi, “olistico”, come mantenimento di un equilibrio psicofisico il più naturale possibile.

La visione della “Care” sposta l’attenzione degli interventi dei servizi o degli operatori dalla “cura” della disabilità alla “cura” della persona con disabilità e del suo sistema di riferimento, la famiglia.
In alcune realtà del mondo anglosassone, la cura centrata sulla famiglia (Family Centered Care)
è diventato un modo di approcciare la disabilità. Alcuni autori e ricercatori che hanno approfondito la filosofia e la metodologia della FCC lavorano alla Mc Master University di Ontario in Canada.
La FCC può essere di aiuto nel trovare quel precario equilibrio tra le polarità descritte perchè pone l’accento sul fatto che tutte le risorse disponibili possano dialogare e collaborare nell’interesse della famiglia. Vedere le risorse significa considerare la famiglia esperta del proprio funzionamento e competente nella gestione della vita di tutti i giorni e dello stress che comp orta la presenza di una persona con disabilità. La famiglia, portatrice di un insieme di bisogni che riguardano tutti i suoi membri, è ritenuta capace di prendere decisioni sulla base di tutti questi bisogni (cosa che peraltro fa quotidianamente). D’altro canto vedere le risorse significa anche che i professionisti esprimono il proprio parere frutto delle proprie competenze specifiche e della loro esperienza e possono fornire tutte le informazioni utili alla famiglia nel suo percorso di presa di decisione. I professionisti hanno fiducia nelle risorse della famiglia e sono orientati al rispetto ed al sostegno delle decisioni che la famiglia nel suo complesso è in grado di esprimere; al contempo evitano di colludere ed illudere essendo chiari ed espliciti sulla propria posizione professionale.

 

La giornata di formazione intende fornire agli operatori le conoscenze e le metodologie utili alla gestione delle comunicazioni e della collaborazione con le famiglie in cui è presente una persona con disabilità. Verrà utilizzata l’Analisi Transazionale come strumento teorico e metodologico di lettura delle dinamiche connesse alla gestione della disabilità sia in una ottica preventiva che in ottica di approccio terapeutico nel caso di livelli di disagio che sfociano in quadri patologici.

I contenuti della formazione riguarderanno:

– Le dinamiche presenti in una famiglia con disabilità
– L’approccio centrato sulla famiglia
– Comunicare in modo contrattuale con la famiglia
– Sostenere, prendersi cura, curare
– Costruire reti di collaborazione nella gestione della disabilità

Costo del seminario: € 90 + IVA (22%)
Luogo di svolgimento: nella sede dell’Itat – via Peyron 58 a Torino