28 aprile, Torino. La Giornata Mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, che si svolge il 28 aprile di ogni anno, è stata istituita nel 2003 dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO/BIT). La manifestazione, di respiro mondiale, ha lo scopo di focalizzare l’attenzione internazionale sull’importanza della prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro e delle malattie professionali e sulla necessità di un impegno collettivo per la creazione e la promozione della cultura della sicurezza e della salute sul lavoro.
L’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte prende la parola insieme a due esperti del servizio sociale INAIL: Alessia Congia e Davide Damosso.
“L’emergenza Covid-19 – afferma Barbara Rosina (Presidente Ordine Assistenti Sociali del Piemonte) – rappresenta una tragedia umana drammatica sia dal punto di vista sanitario sia da quello sociale, economico ed occupazionale. La salute e la sicurezza negli ambienti di lavoro costituiranno il cardine delle misure da adottare nella fase 2, con la riapertura graduale delle attività produttive e commerciali. La pandemia ha messo in forte crisi anche i servizi sociali, sono numerose le testimonianze che ci permettono di affermare che per la professione ha implicato un ripensamento importante. Obiettivo dei professionisti del sistema dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari, è contemperare a due esigenze antitetiche e difficili da coniugare: garantire la continuazione delle attività in quanto facenti parte di servizi essenziali nel rispetto delle disposizioni sul distanziamento sociale e sul divieto degli spostamenti e le relazioni di vicinanza relazionale con le persone, strumento fondamentale per portare avanti progetti di sostegno, accompagnamento, riconoscimento delle risorse personali, familiari, sociali. In queste settimane abbiamo individuato, attraverso diversi strumenti informatici (come skype, whatsapp, teams), non solo modalità per garantire il confronto con altri professionisti ma anche, ad esempio, per favorire l’incontro di gruppi di familiari di persone, con malattia mentale o patologie neurologiche. Deve inoltre essere riconosciuta l’attenzione nel mantenere, con incontri a distanza regolari, in sostituzione degli incontri in luogo neutro, la continuità affettiva tra bambini in affidamento o figli di coppie con vicende separative caratterizzate da alta conflittualità ed i loro genitori o nonni, tra gli anziani o le persone con disabilità inserite in strutture residenziali e le loro famiglie.”
Alessia Congia, assistente sociale INAIL, aggiunge: “La professione ha dato prova di sapersi reinventare e trovare soluzioni per poter essere vicini ai destinatari dei propri servizi, per “stare con l’altro” in sicurezza. Diverse e numerose sono state anche le iniziative per promuovere la solidarietà nelle comunità e tra i singoli, creando contatti, stimolando confronto e sostegno reciproci, formando vere e proprie reti di fronteggiamento”.
Il Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione dell’Inail, del mese corrente, attribuisce una classe di rischio (basso, medio-basso, medio-alto, alto) ai settori produttivi. Si considerano due variabili: l’esposizione e la prossimità. Il risultato prodotto viene combinato ad un terzo fattore, ossia l’aggregazione. Secondo questa classificazione, il comparto della Sanità e dell’Assistenza sociale presenta un rischio alto. Non è ovviamente l’unico.
“Importante sarà, quindi, – conclude Davide Damosso (Assistente sociale INAIL) – porre attenzione particolare alla salute psico-fisica di chi lavora nel sociale. Solo così si potranno garantire professionisti in grado di contribuire al sostegno di individui, famiglie ed alla ricostruzione delle comunità”.
Carmela, Francesca Longobardi – Consigliere delegato alla Comunicazione esterna e ai Rapporti con i mass media – Ordine Assistenti sociali Piemonte /