8 marzo 2020, Torino. In diverse parti del mondo, già dai primi anni del novecento, si dedica una giornata alle donne e alla rivendicazione dei loro diritti, ma solo dal 1921 si è scelto di utilizzare un’unica data e cioè quella dell’8 marzo. In Italia si è cominciato a celebrare questa ricorrenza dal 1922 e negli anni successivi il movimento ha continuato ad espandersi fino alla costituzione nel 1944 dell’UDI, l’Unione Donne Italiane, che nell’Italia ormai liberata del 1946 organizzò il primo 8 marzo del dopo guerra proponendo che diventasse una giornata per il riconoscimento dei diritti sociali e politici delle donne.
L’Ordine Assistenti sociali del Piemonte celebra la Giornata e coglie l’occasione per spronare il genere maschile a cambiare mentalità.
Barbara Rosina, Presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali del Piemonte, commenta: “La giornata internazionale della donna è un momento importante per celebrare quanto di positivo si sia fatto in tema di pari opportunità, per ricordare le conquiste in ambito sociale e dei diritti in favore delle donne, ma anche un’occasione imperdibile per concentrare l’attenzione dell’opinione pubblica su quanto ancora ci sia da fare, su quanto impegno ci sia ancora da profondere rispetto alle discriminazioni e alle violenze che le donne di tutto il mondo subiscono ancora oggi”.
Molti potrebbero pensare che, in una civiltà moderna e progredita come la nostra, le discriminazioni di genere siano solo un lontano ricordo: le donne infatti lavorano, scelgono il loro destino, si vestono come meglio credono. Nel nostro paese però non tutto è stato fatto. Antonio Attinà, Vice Presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali Piemontesi, si discosta da chi pensa che i desideri di rivalsa del femminile siano già stati ampiamente soddisfatti: “L’art. 37 della carta costituzionale prevede che la donna lavoratrice abbia gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano all’uomo. Da questo punto di vista siamo sicuri che molto deve essere ancora fatto”.
In Italia, solo il 22% dei dirigenti in Italia sono donne, contro il 78% degli uomini (Fonte: Il Sole 24 Ore). Inoltre, secondo il Global Gender Gap Report 2017, su 144 paesi esaminati, l’Italia si piazza al 126esimo posto per la parità retributiva tra uomini e donne.
Rosina aggiunge: “Oggi è ancora presente il fenomeno del Glass Ceiling ovvero del tetto invisibile che impedisce alle donne l’accesso a certe carriere. Riconoscere la parità lavorativa delle donne non è solo una questione di giustizia sociale ma anche l’opportunità di mettere a frutto un potenziale professionale ancora inespresso e necessario allo sviluppo economico del nostro Paese. Non credo sia solo un caso che il mondo dei servizi sociali, che ha sicuramente un numero più alto della media di dirigenti di sesso femminile, sia tra i più attaccati. Forse è ritenuto più fragile e quindi più facilmente screditabile, ma le donne e gli uomini dei nostri servizi sono professionisti seri e competenti”.
Attinà conclude: “Certamente c’è un problema di tipo culturale ed è molto importante l’azione di sensibilizzazione nei confronti delle nuove generazioni, ma non basta. Penso, ad esempio, al buon lavoro che si sta facendo in Piemonte, dentro i nostri servizi, nei confronti degli uomini che commettono violenza contro la propria compagna. Li sosteniamo in un impegnativo lavoro su se stessi affinché possano cambiare il loro atteggiamento e non rifare certi errori. Penso sia da questo concetto che dobbiamo partire: non tuteleremo mai abbastanza i diritti delle donne fino a quando non cambieremo la mentalità degli uomini. La nostra comunità professionale è ampiamente declinata al femminile, su 2.446 iscritti siamo soltanto 141 uomini. Nessuno meglio di noi conosce quanto siano valide le donne dal punto di vista professionale e nessuno meglio di noi sa quale altissimo valore abbia la differenza di genere nelle organizzazioni. Quando ho scelto di essere un Assistente Sociale ho scelto anche di mettermi in gioco in questa strana dimensione dove, rispetto al genere, tutto è al contrario e dove sono gli uomini ad essere in minoranza. Credo sia un’esperienza che sarebbe importante potesse fare ogni uomo che lavora, vi assicuro, si vede il mondo da un altro punto di vista. Questo non ne fa un mondo migliore, ma sicuramente un mondo più vivibile e performante”.
Carmela, Francesca Longobardi – Consigliere delegato alla Comunicazione esterna e ai Rapporti con i mass media – Ordine Assistenti sociali Piemonte /