Qualcuno sostiene che vengano prima gli italiani… E chi arriva nel nostro Paese, spinto da guerra e fame, persecuzioni? C’è un diritto al quale possono appellarsi quei bambini che crescono nelle nostre scuole e giocano nei parchi, ma sono figli di migranti? E c’è poi chi cercando una vita migliore, si ritrova in strada, vittima della tratta degli esseri umani.
Migranti, profughi, richiedenti asilo
Guerre, crisi climatica, repressioni e sovrappopolazione nei prossimi anni faranno aumentare e mutare i flussi migratori a livello europeo e globale.
L’attuale crisi Ucraina ci obbliga a fare delle riflessioni e a uno sguardo di prospettiva. Ci sono profughi che scappano dal loro paese per la miseria, per la fame e i profughi di guerra. Sembra che esistano due categorie profughi “meritevoli” e profughi “non meritevoli” di accoglienza, attenzione, protezione, di riconoscimento di diritti umani. Tutto i Paesi europei, oggi, hanno il dovere e la necessità di dare protezione a chi fugge e a chi chiede aiuto nel rispetto del diritto internazionale.
• Fermo restando che per noi chi fugge dalla guerra in Ucraina non è diverso da chi scappa dai conflitti in altre regioni o dalla fame, qual è la politica dell’accoglienza da mettere in pratica?
• Ritenete che la risposta italiana possa essere portata avanti a prescindere dagli scenari europei e internazionali?
• Qual è il percorso – anni, scuola…- per far divenire cittadino italiano il figlio di migranti?
• Per le persone vittime di tratta, violenza e grave sfruttamento, quali azioni per l’emersione del fenomeno pensate di attuare e normare?